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News
25, Gen 2022

Lascio considerare a chi legge qual pena ne

Lascio considerare a chi legge qual pena ne
provasse il sudetto Priore in veder li suoi fratteli cosi erranti e dispersi. In tale stato non potendo coadiuarle, seguitò il suo viaggio, ne si accorse di avere lasciato alcuno addietro. Arriuato sopra il monte coll’equipaggio in un’osteria, quando credeua ricouerare si esso che tutti li suoi confratelli, chiamati tutti a rassegna, trouò mancaruene tre. A tale inaspettata nuova quanto ne restasse addolorato il sudetto Priore, lascio che ogn’uno
lo consideri e cercando subito in quell’osteria vomini con caualli, acciò a tutto costo ne andassero in cerca, ne pure uno ne trouò, che volesse a cio azardarsi. In tale pena e ramarico stetero tutti quanti per lo spazio di due ore circa, dopo le quali (mediante il Diuino Aiuto) gionsero tutti tre un dopo l’altro gelati ed intiriziti si, mà sani e salvi. Al loro arriuo ogn’un resto consolato e mentre uno si doleva della poco buona compagnia prestatole il compagno e l’altro della sua con il racconto di quanto le era accaduto formavano una comedia da ridere. Cosi tremanti di freddo cercauano foco, ne lo potevano avere, per esserle impedito, da impetuosi contrarij venti, l’accenderne e vedendo di non poter trouare ricouero, ne riparo, risolsero di collà sloggiare.

14, Dic 2021

La bufera di neve e gelo

La bufera di neve e gelo

Subito a tale notizia tutti s’alzarono e tra il chiaro e scuro si portarono a Ricorsi, sicche fatti tutti quanti dal Priore rincorare, con una buona collazione, spedì la maggior parte di essi sotto la guida del molto Reverendo Cappellano con ordine espresso di stare tutti insieme, sempre uniti e di non abbandonarsi l’un l’altro, rimanendo esso addietro col equipaggio, onde presa una guida si pose anch’esso a salire il monte in tempo apponto, che sferato si era un vento cosi impetuoso con neve gellata detto est nord est, Greco Levante, il quale atterava li cavalli con sopra l’equipaggio e li uomini insieme. Osseruava il Sacerdote Priore li suoi Confratelli ascendere il monte e per quanto la vista puote arriuarvi, (con pena) li accompagnò d’occhio, perche quali gru erranti li vedeua, l’uno dall’altro, scostarsi rimanendo addietro, chi per seguire il Capello statoli leuato di capo dal vento, chi cercava di afferare tra quelle balze il rocchetto statoli leuato dalle spalle dall’impeto del medesimo, A chi li cadeua il bordone per avere le mani iterizite di freddo e per fine chi trà gonfiate di neve si trouaua involto e quasi sepolto, sicche perduta la strada massime il Reverendo Cappellano fu costretto andare rottolando, tra le bassure di quel monte, e veduto di lontano picciolo albergo à quello si portò, cercando una guida, che lo ponesse in strada e con grosso dispendio, appena la puotè rinuenire, per l’orribilità del tempo.

9, Dic 2021

Un piccolo intoppo

Un piccolo intoppo

Alla mattina parimente con tutto affetto si portarono processionalmente quelli Confratelli ad accompagnare la nostra Compagnia fuori di Sciena e ad augurarle un felicissimo viaggio. Licenziatosi da quelli dopo d’avere passato un piccolo colle, viddero tra l’ombrosità di cento e mille alberi, picciola si, ma nobile e moderna fabrica con Chiesa, in cui inteso habitarui li Moltissimo Reverendi Padri Certosini, non volero, (per avere provato la loro bontà), lasciare di farle una visita e veramente non s’inganarono, perche appena collà gionti, furono da quelli buoni Monachi ricevuti con tutta carità e dopo d’averli mostrato tutto il buono ed il bello che in esso contenevasi, vollero che si reficiassero con un pranzo compitissimo. Cosi fauoriti e contenti si partirono e osservando quel senese teritorio, viddero essere sassoso, terra rossa e magra, havendo le vigne con pali nella conformità della nostra frascheta ed all’apparenza poco fertile, con più la Città senza traffico sicche non è da marauigliarsi se in quella vi era scarzità di denaro. Alla sera gionsero in 21 Luciniano, ove pernotarono e perche li premeua fare camino si leuarono per tempo e caminando gionsero al mezzo giorno in San Quilico, oue reficiatosi alquanto intrapresero il loro camino e si portarono a cena alla scala, fui avuta notizia dal Corriere di Genova alle ore nove di notte, che nevicava e per conseguenza, che era necessario passare il monte del Re di Cofani avanti che fosse chiuso il passo dalla neve.

6, Dic 2021

Nell’intento di formulare una corretta risposta alla lettera a firma F.

Nell’intento di formulare una corretta risposta alla lettera a firma F. N. che abbiamo ricevuto recentemente, ci siamo ritrovati a riflettere su temi davvero importanti e ci siamo sorpresi a fare tante considerazioni alcune delle quali sono rimaste particolarmente impresse nella nostra mente, forse perché non siamo stati capaci di darci una risposta convincente. Abbiamo, perciò, deciso di farvene parte per chiedere, a questo proposito, il vostro aiuto.

Il primo grave dubbio consiste, per parafrasare il nostro amico F. N., nella considerazione che «Il nostro è un mondo in cui, forse, si sta dando più importanza alle parole che ai concetti che esse sottendono».

Si parla, così, di terminologie “discriminanti”, ma che cosa cambia se definiamo un disabile “persona con una disabilità”, o “non vedente” un cieco? Forse che il primo vedrà diminuito l’impatto della sua disabilità, o il secondo ci vedrà un po’ meglio? Forse che l’innegabile differenza tra loro e un “normodotato” così scomparirà? O siamo, davvero, convinti che la “discriminazione” sia causata dal termine usato e non dal problema che affligge la persona in questione.

Così, invece di cercare di adattare il nostro mondo di “normali” alle necessità di coloro che si trovano in difficoltà, invece di procedere all’abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio, o all’installazione di semafori acustici, abbiamo l’impressione che ci accontentiamo di dimostrare la nostra solidarietà cambiando le parole con cui definiamo le persone meno fortunate di noi, quasi che, in questo modo, sia possibile annullare ogni diversità e far trionfare quel concetto di eguaglianza da cui, pare, non sappiamo prescindere.
Non vorremmo mai che questo, tanto disperato quanto evidente, bisogno di appiattire ogni disuguaglianza terminasse, poi, per proiettare un’ombra di minus valore sulle persone che ne sono vittima.

A nostro modo di vedere non c’è nessuna diminutio nell’esser ciechi, o nell’essere disabili, c’è, solo, il sacrosanto diritto di attendersi la solidarietà dei più fortunati.
Non sarebbe meglio, allora, parlare dei concetti e non delle loro etichette, non sarebbe preferibile sostituire, in qualche caso, il concetto di “eguaglianza” con quello di “equivalenza”, di parità di diritto, insomma, di perseguire una vita serena?
In parole povere e per fare un banale esempio, temo che ci si stia preoccupando più dell’etichetta della bottiglia, che del vino ch’essa contiene.

Siamo, così, giunti alla convinzione che, per affrontare seriamente la questione “disabilità”, siano necessari solidarietà e amore piuttosto che neologismi poco “discriminanti” e ci sembra davvero un po’ troppo poco ridurre la nostra solidarietà alla scelta di una terminologia, talvolta solo apparentemente più gentile.
Vi saremmo davvero grati se voleste dedicare qualche minuto a esprimere il vostro parere in proposito.

30, Nov 2021

A Siena

A Siena

Prosegue il viaggio del nostro pellegrino, questa volta nella splendida città toscana.

L’avidità in tutti nata di vedere nel seguente giorno la Città
di Sciena e di ariuare in quella prima del mezzodì
li fece scordare la stanchessa del giorno antecedente e però alzatisi per tempo da letto, s’inuiarono verso la sudetta Città. Gionti poco distanti, spedì il Priore il solito foriere a dare auiso
del loro ariuo alla Veneranda Confraternita del SS. Crocifisso.
La quale immediatamente in buon numero portossi alla porta della Città ed abbracciati con amore e tenerezza tutti li Confratelli Pelegrini, li condussero processionalmente in una Chiesa Insigne
oue salutata un’antichissima e miracolosissima Imagine di Maria Santissima con continue lodi li accompagnoro nel loro Oratorio. Collà gionti ciascun Sacerdote celebrò la Santa Messa, indi
con tutta cerimonia, le indicarono una buona
locanda ove furono serviti egregissimamente
di un lautissimo pranzo, il tutto però a nostre spese, riconoscendo soltanto in quelli buoni Cittadini la loro buona indole e
l’eccellente favella e per dirlo in brieue, una
grande penuria di danaro. Al dopo pranzo si
portarono i giro per la Città a godere la vista di
quella, la quale non è ingrata all’occhij, se ben
sittuata al basso, parte piana e parte che ascende,
per che vi sono belle Chiese tra le quali una mag-
nificentissima tutta lastricata di marmo, nella quale
si vede istoriato con figure a basso rilievo, il
vecchio et il novo Testamento, si vedono ancora diverse fabrice, e vari Palazzi non sgradeuoli, con uno spedale atto per ogni malore,
e di grossissime rendite adottato, opra tutta del loro Concittadino S: Bernardino, seruendo anche d’azilo a poveri orfanelli, di ricetto a penitenti d’ogni sesso, e di conseruatorio a povere figlie nubili.

25, Nov 2021

Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto, su Facebook, una domanda davvero interessante, che ci ha fatto riflettere molto.

Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto, su Facebook, una domanda davvero interessante, che ci ha fatto riflettere molto. Abbiamo pensato che la risposta potesse essere di interesse anche per voi, e ve la proponiamo qui.

Caro F. N.,
grazie di cuore per la fiducia che ci dimostra chiedendo il parere della nostra Confraternita su questioni così delicate.
Quanto a noi, abbiamo, innanzitutto, il dovere di precisare che, in una Confraternita, nessuno ha il diritto di parlare a nome dei suoi Confratelli, specialmente, poi, quando si tratti di questioni tanto delicate e difficili: tutto questo avviene (almeno ufficialmente) solo nei partiti politici.

Sostanzialmente, lei sostiene che viviamo in un mondo che tende a confondere la propria opinione con la verità, in un mondo che sembra avere solo certezze e che non lascia alcun margine al dubbio. Bene, così, su due piedi, ci sembra piuttosto difficile darle torto, tuttavia, proprio in nome di quel “dubbio”, che lei ritiene prematuramente scomparso, abbiamo preferito prenderci un po’ di tempo per riflettere sull’argomento. Siamo ben convinti che la verità va cercata analizzando attentamente il problema in tutti i suoi aspetti, evitando di partire dalla propria opinione per cercarne, poi, la dimostrazione: forse è proprio per questa ragione che ci troviamo spesso di fronte a mille “verità” assolutamente diverse tra loro.

Le risponderò, perciò, usando le parole di Socrate, il filosofo che insegnò, per primo, l’arte del dubitare e che riteneva che il dubbio fosse uno dei cardini della ricerca della verità.
“Accade invece” diceva “ che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l'uno non riconosca che l'altro parli bene e con chiarezza, ci si infuri e che ciascuno pensi che l'altro parli per invidia nei propri confronti, si fa, così, a gara per avere la meglio, rinunciando alla ricerca sull’argomento proposto nella discussione.”

Le citerò, poi, il poeta, saggista e filosofo argentino Jorge Luis Borges, scomparso negli anni Ottanta dello scorso secolo:
“…Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te…”
e, per concludere, userò ancora le parole di Borges:
“...Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:
ho pregato e ho ringraziato Dio per te”.
Spero che l’opinione di persone così importanti nella storia del pensiero dell’uomo le siano state di aiuto, almeno quanto lo sono state per noi.

11, Nov 2021

• Alla destra di Cristo il buon ladrone:

• Alla destra di Cristo il buon ladrone: il suo corpo è descritto accuratamente ed i suoi lineamenti sono delicati, in contrasto netto con quelli del cattivo ladrone rozzi e, talvolta, appena abbozzati.

• Alla sinistra di Gesù, sull’altro pendio del colle, giù in basso, quattro soldati si giocano a dadi le vesti del Crocifisso: il gruppo si contrappone a quello della Vergine (in posizione diametralmente opposta). All’amore ed al dolore della Madre, dunque, si contrappone l’animalesca insensibilità della soldataglia, tesa solo alla conquista del pur magro bottino.

• Più in alto due sacerdoti, probabilmente Hanna e Caifa. La loro fisonomia è viva ed il loro atteggiamento sembrano sottolineare la deprecabile presa di posizione nei confronti di Gesù: “…se sei veramente il figlio di Dio, scendi dalla croce…” Questa, la loro sfida insolente.

• E poi, in contrapposizione a Longino, il centurione romano: la sua espressione è franca e decisa ed il suo cavallo è davvero bellissimo.

• Poco sopra, il soldato incaricato del crurifragio si contrappone a quello con la spugna: le sue mani impugnano con forza la mazza e la torsione del busto testimonia della violenza con cui verrà sferrato il colpo.

• Più avanti e ai piedi della Croce, Giovanni, l’Apostolo prediletto, rivolge al Cielo uno sguardo disperato, pienamente consapevole della propria incapacità di aiutare il Maestro.

• Infine, a sinistra di Gesù, il cattivo ladrone in evidente contrapposizione al buono. Il suo corpo, sommariamente descritto, mostra una bocca aperta a pronunciare le ben note frasi blasfeme.

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